location: Portoferraio, LI, Italy
year: 2020
client: Parco Nazionale Arcipelago Toscano
Lo spazio, gli elementi e le soluzioni architettoniche di base
L’edificio delle Galeazze rappresenta sicuramente un esempio straordinario di architettura storica militare-industriale. Le sue imponenti strutture murarie disegnano, all’interno di un guscio geometricamente semplice, uno spazio di incredibile potenza espressiva.
Le due navate, definite dalle due doppia fila file di grandi arcate gotiche, non sono dissimili da quello che potrebbe essere definito, se non come uno spazio sacro, sicuramente come uno spazio monumentale. Ciò non è dissimile da quello che Peter Behrens nel ‘900 definì, riferendosi alla fabbrica di turbine della AEG da lui progettata, “il tempio del lavoro”, ovvero che la monumentalità possa risiedere anche o soprattutto in un edificio laico industriale.
È evidente che il primo passo verso qualsivoglia operazione di trasformazione di questo spazio debba essere quello della comprensione e della attenta lettura contestuale.
L’antica vocazione di arsenale Mediceo definiva, per esigenza, un ampio volume interno esteso nella dimensione longitudinale e verticale. Per realizzarlo attraverso la tecnologia muraria fu necessario adoperare imponenti strutture ad arco ogivale contraffortato simili a quelle utilizzate per la costruzione delle chiese. L’intervento di recupero, oltre ad una serie di operazioni di miglioramento e manutenzione meglio spiegate più avanti, propone di instaurare il suo punto di forza nella migliore lettura possibile dello spazio e della struttura, nella sua configurazione originaria puramente architettonica, liberata quindi dal legame che lega la forma alla funzione.
Le operazioni proposte consistono quindi nel liberare l’intero spazio originario dalle superfetazioni mercatali con il fine di consentire una completa percezione dello stesso e una libera disposizione all’interno dell’edificio delle nuove strutture allestitive. Le intere navate “liberate” definiscono un ambiente aperto di grandi dimensioni in cui il suolo torna ad essere quota vergine sulla quale disporre una libera fruizione dello spazio, davvero utile per gli scopi proposti.
Allo lo scopo di ricostituire lo straordinario rapporto spaziale intrinseco all’edificio tra lunghezza e altezza delle navate si è deciso di limitare la realizzazione di un secondo livello all’interno della struttura esclusivamente a un piccolo mezzanino di servizio sul fondo.
Le nuove strutture, in parte destinate alla fruizione quotidiana di alcuni servizi e in parte destinate alla definizione spaziale delle sezioni espositive, si articolano così nella distribuzione di piccoli interventi localizzati distribuiti attentamente sulla quota di ingresso. Queste disegnano uno spazio che potremmo definire secondario se rapportato al contenitore-edificio, ma ben percepibile dall’altezza di un essere umano e comunque sempre in stretto e continuo rapporto geometrico/spaziale con le preesistenti strutture che definiscono le due navate.
Tutti i nuovi interventi sono realizzati attraverso materiali metallici e lignei. Alcune strutture a impalcature e a catene (di archi), mentre altre, come alcune pannellature espositive, a porzioni di fasciame; questo con l’intento di instaurare in maniera molto delicata e per nulla diretta una relazione materica con ciò che l’edificio ha contenuto per secoli.
Alcuni dei nuovi elementi architettonici disegnano e infrastrutturano lo spazio per le funzioni di base, quali: il vano scala/ascensore che conduce al piano primo, il volume delle zone di servizio e la struttura “a griglia” utile a sorreggere alcuni elementi espositivi e impiantistici.
L'allestimento
Le due strutture previste dal disciplinare di concorso, ovvero il centro di interpretazione del Santuario Internazionale dei Mammiferi Marini Pelagos e la sezione che ospiterà il modello della Balenottera azzurra, sono state distribuite ciascuna in una navata. Per il primo si è scelto la navata di ingresso, per la Balenottera Azzurra invece la navata nord.
Questa distribuzione ha lo scopo di rendere, più autonome entrambe le sezioni anche in un’ottica di gestione nel tempo, ma anche di costruire un percorso espositivo coerente e consequenziale. Le dimensioni del modello di Balenottera si sposano perfettamente con lo spazio della navata nord, questo rende la sezione estremamente puntuale e focalizzata sull’esposizione di questo eccezionale esemplare. Inoltre il modello in questa posizione può essere visto dall’alto, dal punto ristoro, e quindi funzionare come elemento attrattivo e di promozione per l’intera struttura anche per i non visitatori.
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