La scuola è un edificio nella città che la comunità elegge a sua rappresentanza, un oggetto di desideri, speranze e talvolta delusioni.
La scuola non è un monumento essa è più vicina ad una casa, la casa dei bambini, la casa sicura dei bambini.
La scuola è ordinaria ma internamente eccezionale, uno scrigno rassicurante che costudisce preziosamente la magia della crescita. La scuola è un catalizzatore di aspettative:
i grandi la vorrebbero bella, vicina, efficiente, sicura e “moderna”; i piccoli la vorrebbero, divertente, colorata, stimolante, giocosa, giocosa, giocosa e “moderna”; entrambi non la vorrebbero brutta, vecchia e noiosa.
La scuola è una sintesi della città, essa è strumento formativo e quindi il luogo dove la comunità si alimenta grazie alla trasmissione dei valori condivisi ma anche cardinale segno architettonico tra i tanti che compongono il tessuto minuto, eterogeneo, storicamente sedimentato, che la comunità abita.
Questa è la scuola che proponiamo.
L’interpretazione delle specifiche peculiarità urbane e le attuali esigenze didattiche sono le componenti che originano, attraverso un processo di sintesi formale-spaziale, l’edificio per l’I.C. Lucca 2. L’intero intervento, nella sua unitarietà, può essere interpretato come una continua interazione quasi dicotomica di due istanze. Da un lato l’esigenza di rappresentare la città degli edifici, ovvero l’intenzione di sviluppare una riconoscibilità formale esterna rispondente ad alcune caratteristiche specifiche del lotto ma anche alle peculiarità storiche e materiche di Lucca nel suo complesso. Dall’altro la necessità di articolare un organismo architettonico attraverso una sequenza di spazialità efficaci, efficienti e propedeutiche ad un percorso didattico contemporaneo. In questa ottica l’edificio è pensato come un solido composto di due parti differenti, chiaramente riconoscibili ma al contempo strettamente collaboranti.
Lungo la strada carrabile, quella di accesso preferenziale, la scuola si dichiara come un “regolo” in laterizio, un volume di due piani cieco sui lati corti e punteggiato per tutta la sua lunghezza da bucature regolari. Nella semplicità stereometrica del volume, nella scelta del rivestimento, che evoca una tecnica costruttiva localmente consolidata da millenni, e nell’ordinarietà del disegno del fronte strada, la scuola trova lo spunto per definirsi come elemento prettamente urbano.
Verso il parco preesistente invece l’edificio scolastico si apre per forma e per trasparenza e interagisce con le aree verde di pertinenza in una sequenza che conduce la vista verso la campagna e i colli a sud. La scuola si afferma qui in un volume sinuoso, ritmato e vetrato. Frapposto tra il solido regolare e il parco, questa parte dell’edificio genera una situazione spaziale più osmotica, flessibile e intima. Da questo lato in una logica di accessibilità e di possibile interazione con il parco pubblico si collocano anche le due funzioni fruibili da un’utenza esterna: la palestra e l’auditorium.
I due volumi, quello geometrico e quello curvilineo, per collocazione, per differente matericità e per differente modulazione-intensità delle bucature raccontano così il progressivo diradamento della città dalla estrema densità “romana” del centro storico al paesaggio agricolo toscano. Transizione accompagnata anche dalla intensa linea di forza del limitrofo acquedotto Nottolini che ne costituisce una ideale dorsale.
Nella differenza di queste due parti volumetriche trova risposta anche la necessità di dotare la scuola di spazialità eterogenee, in accordo con l’idea delle nuove linee guida di uno spazio dell’apprendimento unico, integrato, capace di accogliere attività diversificate.
Il “regolo” ospita su due livelli gli ambienti didattici più definiti come le aule della scuola primaria, le sezioni dell’infanzia, i laboratori e la mensa. Il volume curvilineo, prevalentemente a doppia altezza, ospita invece le funzioni che non richiedono necessariamente una compartimentazione definita, uno spazio ibrido, fluido, flessibile, di distribuzione ma anche di sosta. È lo spazio di interazione tra la scuola dell’infanzia e la primaria, è una piazza e in quanto tale espandibile verso l’esterno nelle aree aperte di pertinenza. A rafforzare questo pensiero è il prospetto interno del solido in laterizio che si apre sullo spazio ibrido in un disegno complesso di passaggi, ballatoi, ingressi, grandi aperture e piccole finestre, ognuna di una forma geometrica. Attraverso la sua articolata presenza visiva e stimolazione di una curiosità “geometrica” e astratta, assimilabile all’apertura di una scatola di costruzioni, questo prospetto tematizza e valorizza lo spazio vuoto antistante riconoscendo in esso “luogo” della scuola dalle potenzialità molteplici, interno e al contempo “esterno” su cui affacciarsi. Il lavoro geometrico realizzato attraverso la disposizione del laterizio in archi, cerchi, architravi, triangoli, rimanda indirettamente e nuovamente ad una storia edilizia della città che trova origine nella Lucca romana e prosecuzione nella Lucca rinascimentale delle mura.
L’accesso principale alla scuola avviene in posizione baricentrica sul fronte dell’edificio più protetto, quello sinuoso in adiacenza al parco preesistente. Anticipato da un grande portico, si apre sullo spazio condiviso, la “piazza”, su cui affacciano le principali funzioni di entrambe le scuole, materna e primaria.
Verso est sono collocate le attività comuni, la biblioteca, i laboratori (adiacenti ad uno spazio porticato dedicato), e la segreteria didattica. Queste attività scandiscono lo spazio collettivo in una sequenza di ambienti la cui peculiare definizione spaziale è realizzata sia mediante il disegno delle pavimentazioni sia attraverso la disposizione di partizioni leggere in arredo (librerie) e vetrate.
Al centro, affianco alla scala elicoidale e all’ascensore che portano al primo piano, si apre un grande patio utile ad illuminare la parte più interna dell’edificio e ad attivarsi come vera e propria estensione dello spazio interno nelle stagioni più calde.
La palestra al centro e l’auditorium sul lato est sono collocate sul margine più esterno dell’edificio verso sud, godendo sia di un accesso interno alla scuola, sia di uno indipendente per garantirne l’uso anche in orario extrascolastico da parte di fruitori esterni.
Tra la palestra e il patio lo spazio comune si stringe quasi a voler segnare il passaggio tra una dimensione collettiva ad una più specifica, verso ovest infatti si sviluppano i locali della scuola dell’infanzia. Qui, subito al fianco della vetrata del patio, è collocata la mensa per l’infanzia in continuità con lo spazio comune. La sua posizione sottolinea il valore del pranzo anche come importante momento di aggregazione sociale tra le due sezioni della materna. A nord essa è collegata ad un accesso di servizio, al locale sporzionamento, ai servizi per il personale e alla più grande mensa per la scuola primaria, questa collocata ad est del patio sempre sul lato nord dell’edificio. Le due mense, infanzia e primaria, sono così pensate come due ambienti separati ma in continuità fisica e visiva. Passata la mensa dell’infanzia si entra nel vivo della zona più prettamente didattica. Le due sezioni e i servizi igienici/spogliatoi per i bambini sono pensati in modo da favorire al contempo il momento dell’apprendimento individuale e il lavoro in gruppo. Questi ambienti trovano definizione negli spazi più circoscritti del volume in laterizio ma sono posti in continuità, tramite due grandi aperture, con l’aula per le attività libera, collocata invece all’interno dello spazio a doppia altezza generato dal prospetto sud. Da qui attraverso una bussola vetrata che funziona anche da piccola serra didattica, si può raggiungere la parte di giardino dedicata alla scuola dell’infanzia. Questo spazio è concepito per fornire ai bambini delle materne un’area ludico-didattica all’aperto, che comprende orti e un frutteto di specie tradizionali della regione Toscana. Lo spazio esterno è protetto da una siepe sempreverde. Il volume della palestra definisce a est anche un secondo giardino che svolge la funzione di area pubblica d’ingresso e di sosta e, con alcune sedute e piccoli alberi, costituisce un’area riparata tra la scuola e la strada.
Per quanto riguarda gli spazi della didattica “quotidiana” (classi e locali insegnanti) della scuola primaria trovano collocazione al primo piano. Le classi sono disposte lungo l’andamento longitudinale del volume secondo una specifica organizzazione: a ovest, subito sopra le sezioni della materna e dotata di terrazzo, l’aula dedicata alla 1° elementare; a est, sopra i laboratori, molto più racchiusa e quasi completamente rivolta verso il lato nord e la città, la classe 5°. Tale disposizione delle aule e la loro progressiva chiusura verso lo spazio comune sono pensate per rendere il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla primaria più graduale e garantire una continuità e una progressiva maturazione sul ciclo di studi di otto anni. Le aule della primaria sono definite tramite divisori modulari in arredo potenzialmente spostabili che le separano dallo spazio di distribuzione, all’uso il corridoio può diventare spazio integrante dell’aula e viceversa. La IV e la V elementare sono separate da una parete mobile la cui rimozione consente eventuali attività interclasse.
Il muro a nord accoglie nel suo spessore in concomitanza delle bucature alcuni arredi fissi come panche, mensole e tavoli. Questa scelta, che attraversa indiscriminatamente tutti gli spazi delle aule e i corridoi, racconta la reale qualità dello spazio pensato ovvero non una divisione classica aula/corridoi ma uno spazio stimolante, flessibile e modulabile rispetto alle diverse esigenze didattiche.